VENEZIA - Il Caffè Florian di Venezia aprì il 29 dicembre 1720: lo storico locale fu creato da Floriano Francesconi in Piazza San Marco, dove tutt’oggi risiede, e nella sua magnificenza, compie ben 300 anni. Aperto nel 1720, inizialmente con due semplici e modeste sale, il Florian e gli arredi così come noi oggi li conosciamo, risalgono nelle loro componenti essenziali al 1858, quando la struttura preesistente del Caffè venne totalmente modificata e decorata.
Tutte le sale, Sala del Senato, Sala Cinese, Sala Orientale, Sala degli Uomini Illustri, Sala delle Stagioni e Sala Liberty, sono state restaurate, un restauro che è stato completato nel 2012 e che riportato all’antico splendore gli ambienti tanto amati da Casanova
e Byron. Bere un caffè in questo luogo, è un’esperienza. Un gesto da vivere almeno una volta nella vita. 300 anni di vita, ma un compleanno amaro quello del 2020, segnato dalla chiusura, come tutti i locali della piazza, per la crisi turistica determinata dal Covid 19."Una festa di compleanno nel silenzio e nella desolazione di una Venezia magnifica e spettrale" dice l'Ad del Florian Marco Paolini.
"La crisi attuale è ovviamente di tutti, ma per il Caffè Florian è come lo specchio di un'intera città, Venezia, vittima del suo stesso successo turistico mondiale - prosegue Paolini - festeggiare i 300 anni di vita di un'attività con le porte sbarrate è l'immagine emblematica di questa crisi di Venezia e delle città d'arte in generale, per questo il Florian è un simbolo, che può essere preso ad esempio dalle molte attività storiche ora in crisi profonda, la cui crisi non ha solo valore economico, ma soprattutto storico, in quanto pezzi della storia d'Italia conosciuti nel mondo. E nel contempo - aggiunge - il Demanio richiede il 100% del canone, senza aver avuto ancora un euro di ristoro".
Un compleanno triste per lo storico locale veneziano, Caffè noto in tutto il mondo, fotografato e frequentato da migliaia di turisti ogni anno, e amato incondizionatamente da tutti. Purtroppo quest'anno resterà chiuso, in attesa di tempi migliori, come tutti noi. 