"Dio è sempre presente, anche in questo periodo"
A TREVISO LA MESSA DEI POPOLI CELEBRATA DAL VESCOVO
Funzione dell'Epifania con i fedeli stranieri
Hanno preso parte alla solenne concelebrazione le rappresentanze delle comunità dei fedeli immigrati di lingua straniera presenti in Diocesi, con i sacerdoti che li seguono: la comunità ghanese, nigeriana, francofona, polacca, ucraina, romena, brasiliana, filippina e la comunità latinoamericana di lingua spagnola. Presenti il sindaco di Treviso, Mario Conte, e altri rappresentanti della Giunta e del Consiglio comunale.
Una celebrazione ricca di colori, di canti, di letture e preghiere in molte lingue diverse. Anche monsignor Tomasi ha letto alcune parti della messa in spagnolo, in francese e in inglese.
Nell’omelia il Vescovo ha ricordato il significato di quanto proclamato dal diacono, al termine dell’annuncio delle festività dell’anno, e cioè che “Gesù è davvero Signore del tempo e della storia, è presente nella nostra storia, in quella grande delle nazioni e in quelle di ciascuno di noi, della nostra famiglia, della nostra comunità”, nelle situazione belle e gioiose, ma anche “in questo periodo così lungo e faticoso. Quello delle regole del nostro convivere civile, soprattutto quello delle cifre dei contagi, dei ricoveri, degli ammalati, dei morti. Questo annuncio di presenza è più difficile, più precario, ma più necessario”.
A partire, allora, dalla domanda dei magi, “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?”, possiamo chiederci – ha detto il Vescovo - se il Signore c’è davvero in questa nostra storia. “Io credo di sì – la risposta di mons. Tomasi -. Credo che sia presente, anche in questo nostro intreccio tra le parole della fede ed i ritmi della vita. Anche nell’intreccio delle esistenze con i ritmi convulsi e talvolta confusi dei provvedimenti che regolano le nostre vite e che hanno come fine primario quello di impedire la diffusione del contagio, in attesa che venga anche il tempo della diffusione e dell’efficacia dei vaccini. Le vite da difendere sono però quelle di adesso, e le persone da aiutare sono quelle bloccate per la malattia o per la paura. La ripresa dell’economia verrà. E verrà se adesso vivremo la vera solidarietà che aiuti ora chi fa fatica. Perché anche le vite dei poveri e di coloro che poveri stanno diventando vanno protette e salvate, e beni da condividere ne abbiamo ancora. Non penso che ci siano ragioni della salute e ragioni dell’economia da contrapporre, ma soltanto un tempo che ci accomuna tutti, in cui dobbiamo credere di essere fratelli e sorelle, tutti. La contrapposizione vera è tra le ragioni della fraternità e quelle dell’egoismo”.
“Ispiriamoci ai Magi – l’invito del Vescovo -. Rimettiamoci in cammino, lasciandoci guidare dalla stella che è l’essere appassionati della vita e del bene dei fratelli e delle sorelle”, imparando da Maria e Giuseppe “a prenderci cura gli uni degli altri. Adoriamo, dimentichiamo noi stessi e facciamo spazio a Lui: ci farà vedere il suo volto in tanti volti, il suo pianto in tante lacrime, la sua gioia in tanti sorrisi di chi si sarà sentito amato da noi. E portiamo doni. Condividiamo la nostra vita e il nostro tempo. Condividiamo le nostre risorse, le nostre capacità, i nostri beni”.
“Saremo noi la risposta alla domanda dei Magi (“Dov’è il re dei Giudei?”). Noi nella bellezza e nella ricchezza delle nostre differenze, dei nostri molteplici doni, dei colori infiniti dei nostri desideri di gioia e di pace. Nel nostro rispetto delle regole, nella nostra accoglienza di chi è differente, nel nostro impegno per la dignità di tutti, dei diritti di ogni persona, nella testimonianza di una comunità retta dall’amore e dal servizio. Noi tutti insieme – ha concluso il Vescovo -, una comunità cristiana unita, che non fa differenza di provenienza geografica e culturale, ma che manifesta nei fatti che i legami in Cristo sono più forti di qualunque distanza e nella quale proprio chi è costretto a vivere lontano da casa deve a maggior ragione sentirsi a casa, essere accolto e valorizzato, fratello e sorella in una famiglia unita”.
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