TREVISO - Nei primi nove mesi del 2020, le imprese della Marca hanno esportato negli Stati Uniti merci per 962 milioni e 568 mila euro. Il valore è in calo del 4,9% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente, tuttavia, Treviso è la provincia a limitare maggiormente le perdite in Veneto (unica eccezione in crescita è Rovigo, sostenuta però da fattori straordinari). Proprio agli Usa, dove inizia ufficialmente oggi la nuova presidenza di Joe Biden, guardando gli imprenditori trevigiani per agganciare la ripresa dell'export. «La ripartenza dopo la pandemia - dichiara Alessandra Polin, Consigliere delegata di Assindustria Venetocentro per l’Internazionalizzazione - non potrà che essere trainata da quei grandi fattori di resilienza della nostra economia che sono l’export e soprattutto le nostre eccellenze settoriali, come meccanica e componentistica, agroalimentare, arredo e design, moda e sportsystem. Gli Stati Uniti rappresentano per i territori di Treviso e Padova il terzo mercato più importante, dopo Germania e Francia. La battuta d’arresto inevitabile c’è stata nel 2020. Per effetto, certo, della crisi pandemica che ha amplificato la già pesante eredità del 2019, tra spinte protezionistiche, instabilità diffusa e commercio mondiale in affanno, che non aveva tuttavia impedito all’export trevigiano in Usa di crescere del +4,2%. Ma sarà uno stop solo temporaneo poiché il nostro export è pronto a risalire la china: nei primi nove mesi del 2020 gli scambi con gli Stati Uniti hanno riguardato ancora il 36% delle imprese manifatturiere e il 31,5% prevede export in crescita nei prossimi mesi. Sempre che l’emergenza coronavirus non riservi nuove restrizioni globali. Perché, se così fosse, i tempi di recupero sarebbero più lunghi».
«Per questo guardiamo con grande attenzione ma anche realismo all’insediamento della nuova amministrazione americana - continua Polin - e a come potrebbero evolvere le politiche con la coppia Biden-Harris. Sul piano dei rapporti commerciali Usa-Ue, ci aspettiamo toni più pacati e atteggiamento più costruttivo rispetto all’amministrazione precedente. L’auspicio è che tutto ciò porti nel tempo ad una progressiva eliminazione dei dazi che negli ultimi anni sono stati posti da entrambi i lati dell’Atlantico. Sperando poi che nel breve termine, con il vaccino, si possa di nuovo permettere ai nostri manager e tecnici di tornare a volare oltreoceano».