Questa settimana a Volontariato On Air, spazio nato in collaborazione con Volontari Insieme CSV Trevsio, approfondiamo la figura dell'amministratore di sostegno con Alessia Munaro, formatrice all'Università del Volontariato di Treviso.
Volontarinsieme – CSV Treviso, nell’ottica di promuovere questa nuova forma di volontariato, ha introdotto due lezioni specifiche dell’Università del Volontariato, per supportare le associazioni impegnate nel servizio alla persona, fornendo così un’occasione per incrementare conoscenze e competenze.
Il 17 Marzo 2004 è entrata in vigore la Legge n. 6 che, nell'apportare modifiche alla disciplina in materia di interdizione e inabilitazione dell'infermo mentale, ha istituito l'amministrazione di sostegno. È importante evidenziare che, fino a tale momento, il nostro ordinamento prevedeva solo due istituti a tutela delle persone incapaci di agire, ossia l’interdizione e l’inabilitazione.
Queste erano procedure che, oltre ad essere lunghe e a presentare spesso notevoli costi economici, si ponevano come sovradimensionate rispetto alle effettive esigenze di protezione e di tutela della persona.
L'amministrazione di sostegno tende invece a spostare l’attenzione, da ragioni di conservazione del patrimonio della persona, alla tutela ed alla protezione di quest'ultima. Non si sostituisce alla persona in gravi difficoltà nel gestire i propri interessi ma si pone come un soggetto di aiuto quasi fosse un amico, valorizzando il ruolo centrale della persona che va salvaguardata sempre con il massimo rispetto, senza annullarne l'identità e le risorse in essa presenti.
“L’amministratore di Sostegno ha provocato una rivoluzione nel comparto della tutela giuridica delle persone con fragilità – spiega Alessia Munaro Ufficio tutela legale e patrimoniale CSV Belluno – Il volontariato ha un ruolo primario perché una persona che si mette a disposizione di un soggetto in difficoltà riesce a dare un valore umanistico al servizio, non solo tecnico amministrativo. La rivoluzione dell’ADS è mettere al centro la persona, affetta da varie disabilità, e costruire su di lei un progetto ad hoc.”
“Le difficoltà sono coniugare gli aspetti che richiedono risorse, energie, tempo e anche competenze, non facili da concretizzare nella vita quotidiana – aggiunge Alberto Franceschini Presidente di Volontarinsieme – CSV Treviso – Ecco che il nostro ruolo può essere questo, dare una risposta al bisogno emerso, supportando le associazioni che promuovono questa forma di volontariato, offrendo agli ADS volontari incontri di carattere tecnico giuridico fino ad istituire, in futuro, degli sportelli dedicati all’orientamento e al supporto di questi volontari.”
L’amministratore di sostegno, nell’aspetto pratico, cerca di comprendere il vissuto, il percorso e il tipo di bisogni del soggetto che segue, cercando di individuare le priorità e le azioni necessarie al benessere della persone seguita, rendendola il più possibile protagonista della sua vita.
“L’ADS non è chiamato solo a gestire gli aspetti tecnici, amministrativi o di gestione patrimoniale – prosegue Alessia Munaro – spesso la persona con disabilità o che vive delle fragilità, è sola, ha delle difficoltà, anche di dialogo e a volte con i famigliari. Ecco che l’ADS, nella forma volontaria, può essere una risposta, anche se è importante poter avviare sportelli che diventino riferimento per questa forma nuova e non semplice di volontariato.”
“Anche il Tribunale di Treviso ha esplicitato una richiesta di collaborazione, nell’ottica di semplificare all’utenza la modalità di avvio della pratica per l’amministratore di sostegno – afferma Franceschini – Ci sembra importante questa apertura, che coglieremo per definire un percorso che porti ad un supporto territoriale e ad una sburocratizzazione necessaria anche ad incentivare questo tipo di volontariato.” “La finalità di questo progetto – conlcude Alessia Munaro - che tra l’altro è collegato ad un fondo europeo, è proprio quella di garantire una migliore applicazione della giustizia.”