TREVISO - Sette Ferrari, una Bugatti, una Lamborghini ed una Lancia Beta Montecarlo: era questo il “tesoro” di Fabio Valle, l'ex pilota vittoriese di 52 anni arrestato nei primi giorni di ottobre dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'indagine che aveva portato in cella per un giro di fatture false anche Marco Bortoluzzi, montebellunese di 36 anni. Le supercar, radiate dal Pra per l'esportazione, sconosciute al Fisco e di fatto “auto fantasma”, sono state sequestrate nei giorni scorsi dagli uomini della Guardia di Finanza di Treviso.

Le vetture, dopo l'arresto di Valle e Bortoluzzi, erano state portate in tre diversi nascondigli, tra le province di Padova e Treviso, ma i finanzieri, al termine di una breve indagine le hanno scovate. Il sequestro preventivo ai fini della confisca, disposto dal gip del tribunale di Treviso su richiesta del pm Iuri de Biasi, ammonta a circa 3 milioni di euro e comprende le “auto da sogno” ma anche quote societarie, conti correnti e polizze vita. Le fuoriserie erano state affidate ad alcuni conoscenti perchè sfuggissero al sequestro: per i coinvolti in questo maldestro tentativo di occultamento scatteranno accertamenti da parte delle fiamme gialle.

Oltre a Fabio Valle e a Marco Bortoluzzi, attualmente agli arresti domiciliari e sulla carta nullatenenti, figurano nel registro degli indagati anche la madre dell'ex pilota, Wilma Rizzo, di 85 anni, e Manolo Biz, 37enne pordenonese di Cordenons e attualmente residente a Barcellona. Per tutti l'accusa è utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione Iva e occultamento di documenti contabili. Le indagini dei finanzieri avevano portato alla luce un vorticoso giro di fatture false per circa 30 milioni di euro. Il denaro seguiva questo flusso: dalle società controllate da Valle e Bortoluzzi veniva trasferito nei conti di una società con sede in Spagna, cessata di esistere nel 2008 e amministrata sulla carta dalla madre. Il denaro, “ripulito” così dell'Iva, veniva poi prelevato dagli stessi conti. L'indagine era partita proprio dalla segnalazione di un istituto di credito che ha segnalato alle fiamme gialle alcuni operazioni sospette sui conti correnti intestati alla madre di Fabio Valle, in particolare un prelevamento di circa 1,2 milioni di euro.