TREVISO - (mz) Il condominio dell'omicidio spunta, sotto il cielo nuvoloso, pochi tetti più in là. Dentro la chiesa, San Liberale si stringe per l'ultimo saluto a Daniela Vidoni, la 49enne assistente socio-sanitaria strangolata nelle scorse settimane. Una bara di legno chiaro, un unico mazzo di rose bianche, una cinquantina di persone: la sorella, il cognato, Anita Leuratti, presidentessa della cooperativa “Insieme si può” di cui la donna era socia, le suore di San Vincenzo, nella cui casa di riposo a Fiera lavorava, gli amici e i conoscenti del quartiere. Manca Romeo Pavan, “Bepi motorea”, ex partner della vittima. C'è, invece, il capo della Squadra mobile trevigiana, Roberto Della Rocca: gli uomini della Questura hanno ripreso la cerimonia, nella speranza di trarne qualche ulteriore utile elemento per il delitto ancora irrisolto. Ma questo è il tempo dell'estremo saluto, di affidare Daniela alla misericordia di Dio, evocata dal vangelo della pecorella smarrita. “Ora troverai la serenità – ha detto don Paolo Giacomazzo, nell'omelia – che non hai trovato nella tua vita, ripartendo sempre da zero dopo i momenti negativi”. Ma un monito va pure all'assassino: “Perchè l'uomo non comprende la sacralità della vita? - rimarca il parroco -. Preghiamo anche per chi ha compiuto questo scempio: perchè si risvegli la sua coscienza, Gesù lo prenda sulle sue spalle e si renda conto di quello che ha fatto”. Daniela, dopo la cremazione, riposerà nel cimitero di San Lazzaro.