ASCOLTA IL SERVIZIO ON-LINE | ![]() |
La nostra rubrica dedicata al mondo golfistico curata da Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/23: I TOURS DEI PRO, L'AMERICA
Tutto sui quattro Majors, il Master di Augusta e la President Cup

TREVISO - Eccoci qui, pronti per una nuova pillola di golf! La scorsa settimana abbiamo parlato del percorso europeo, ed ora vediamo il mondo del golf americano, che è molto più ricco. La PGA of America è tanto più potente. E’ la più grande organizzazione al mondo per il lavoro sportivo, forte di 27.000 tra uomini e donne professionisti di golf, impegnati a promuovere il golf ovunque. Nata nel 1916, si compone di 41 sezioni PGA. I tornei organizzati dalla PGA America sono numerosissimi, e durante tutto il corso dell’anno; la maggior parte negli Stati uniti, ma alcuni anche in giro per il mondo, come la “PRESIDENTS CUP”, che quest’anno viene giocata a Shanghai, in Cina.
I più famosi tornei sono i quattro ricchissimi “MAJORS” attorno ai quali giostrano i rispettivi tour validi per la qualificazione. Vi partecipano i più forti giocatori del mondo, la cui grandezza è misurata appunto dal numero di major vinti. Ed eccoli:
-Il PGA champions che si disputa in agosto, l’ultimo dei quattro Major, e per questo soprannominato “L’ultima occasione per la gloria”;
- l’Open championship, (il British Open) il più antico tra i quattro Major, e unico disputato fuori dagli Stati Uniti; si tiene a luglio sui “links” inglesi o scozzesi, vicino al mare, in cui il vento è un fattore dominante, ed è organizzato dal “Royal and Ancient Golf Club of St. Andrew”;
- l’U.S. Open che si gioca in giugno su lunghi percorsi, con fairway stretti, green veloci, il rough con l’erba tagliata molto alta, e con regole per la qualificazione molto severe;
- il Masters, il più importante. A differenza degli altri tre, “THE MASTERS”, si gioca in aprile sempre sullo stesso percorso, all’Augusta National Golf Club in Georgia. Possono partecipare solo i migliori 60 giocatori del ranking mondiale, oltre ai vincitori dei Masters precedenti. A conquistare il titolo per il 2013, è stato l’australiano Adam Scott, che con la vittoria, è divenuto membro dell’Augusta National, a vita. Alla premiazione gli è stata fatta Indossare la “green jacket” che potrà tenere tutto l’anno, per riconsegnarla al Club in occasione del Masters successivo, e si è messo in tasca 1.440.000$ dal montepremi di 7,25 milioni. Attenzione, però! Se si guarda l’aspetto economico, non sono questi i tornei più ricchi in assoluto; sono superati da quelli del the Players Championship, dei tre tornei del World Golf Championships. E’ doveroso aggiungere che il denaro vinto è sicuramente importante, ma aldilà dei soldi guadagnati, dei tornei vinti, della popolarità che ha acquisito, il massimo del prestigio per un professionista, quello che gli cambia la vita, è l’aver vinto un MAJOR. E’ lì che trova la più grande soddisfazione.
La vittoria nello stessa stagione dei quattro attuali Major, il fantastico “Grand Slam”, ancora non è riuscita a nessuno. L’unico di tutti i tempi che si possa considerare essere stato all’altezza è stato Robert Tyre Jones Jr. il famoso Bobby Jones, che nel 1930 da dilettante, vinse i quattro tornei più importanti della sua epoca, quando ancora non esisteva il Masters. L’eclettico Bobby, golfista amateur, ingegnere e avvocato, seppur di gracile costituzione, negli anni della sua miglior forma, dominò le gare dei dilettanti, e dette parecchio filo da torcere anche ai professionisti. Fu lui a ideare il Masters, e a disegnare l’Augusta National, campo che ha poi sempre ospitato il torneo. Ci sono stati cinque giocatori che hanno vinto i quattro Majors moderni, ma non nella stessa stagione, e quindi niente “Grand Slam”. Per il loro risultato, che è comunque grande, è stata coniata la definizione “Career Grand Slam”, e sono: Gene Sarazen, Ben Hogan, Gary Player, Jack Nicklaus e Tiger Woods. Gli ultimi due hanno vinto per ben tre volte, ciascuno dei quattro Majors. Oltre ai Majors, tra i grandi tornei c’è la “President Cup”, gara match play, che vede in contrapposizione la squadra americana contro un team internazionale rappresentato dal resto del mondo tranne l’Europa. Si svolge ogni due anni, negli anni dispari, alternativamente negli Stati Uniti e in uno dei paesi rappresentati dal team internazionale. Il resto del mondo, dicevo, perché la sfida con l’Europa si gioca negli anni pari: La Ryder Cup (The Ryder Cup Matches). E’ questo il torneo di golf a squadre più sentito dagli europei, ma anche da molti americani, che vede in tenzone le selezioni di giocatori statunitensi contro gli europei.
E di questa sfida parleremo la prossima volta.
“Talking to a golf ball won’t do you any good. Unless you do it while your opponent is teeing off” Parlare con una palla da golf non vi porterà nulla di buono. Tranne nel caso lo facciate nel momento in cui il vostro avversario sta eseguendo il colpo. (Jack Nicklaus)
Paolo Pilla



17/07/2013 - Pillole di golf/22: i tours dei Pro, l'Europa
10/07/2013 - Pillole di golf/21: i professionisti, il giocatore
03/07/2013 - Pillole di golf/20: il rapporto con il maestro
26/06/2013 - Pillole di golf/19: i professionisti, il Maestro
19/06/2013 - Pillole di golf/18: uno sport costoso?
12/06/2013 - Pillole di golf/17: i campi pubblici
05/06/2013 - Pillole di golf/16: i campi pratica
29/05/2013 - Pillole di golf/15: i campi in Veneto
21/05/2013 - Pillole di golf/14: i campi in Italia
14/05/2013 - Pillole di golf/13: campi da golf e natura
01/05/2013 - Pillole di golf/12: l'anima socializzante
24/04/2013 - Pillole di golf/11: l'etichetta
17/04/2013 - Pillole di golf/10: Uno sport, tante regole
10/04/2013 - Pillole di golf/9: l'agonismo
03/04/2013 - Pillole di golf/8: Gioco o sport?