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La nostra rubrica dedicata al mondo golfistico curata da Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/8: GIOCO O SPORT?
"Entrambi, dipende dal contesto e dall’impegno con cui si pratica"
TREVISO - Si rinnova l'appuntamento con la rubrica dedicata al mondo del golf in onda il martedì sera e il mercoledì mattina all'interno del nostro rotocalco Sport dalla Marca e curata assieme al giornalista Paolo Pilla. In questa puntata - che potete riascoltare in streaming nel link - dibatteremo sul concetto "Golf, gioco o sport?"
Mi è capitato di sentire qualcuno dichiarare che il golf non è uno sport. Sbagliato!
E’ un gioco, ed è anche uno sport, nella più ampia espressione delle due definizioni. Il concetto largamente diffuso sul significato dello sport è di essere un mezzo di trasmissione di valori universali, e una scuola di vita che insegna a lottare nel rispetto dei compagni ed avversari, per ottenere una giusta ricompensa. “Educare divertendo” era l’interpretazione del termine sport coniata daThomas Amold, fondatore della pedagogia sportiva. Di Pierre de Coubertin, creatore dei moderni giochi olimpici il motto: “L'importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria, ma la certezza di essersi battuti bene”.
Tutte le discipline sportive sono anche ludiche. Dipende dal contesto e dall’impegno con cui si praticano. Se si parla di calcio, s’intende il gioco del calcio, ma a vedere le performance di alcuni calciatori, possiamo tranquillamente definirli “atleti”. Negli sport nazionali maggiormente conosciuti come appunto il calcio o il ciclismo, la fatica è molto più evidente, ma anche Il golf non è privo del suo impegno fisico e mentale, che negli incontri agonistici diventa rilevante, permettendo la vittoria al più forte, al più allenato. Il golf è uno sport difficile, ci vuole costanza e dedizione per impararlo, ci vuole testa e fisico per reggere 4 o 5 o 6 ore di gara e 7-8 o più Km a piedi. Spiace piuttosto che questa disciplina esercitata in contesti salubri e con sani principi di correttezza, che vede in gara soprattutto il cervello, sia ancora poco praticata in Italia. In questi ultimi anni però, complici gli exploit del grande Costantino Rocca, e degli altri fortissimi giovani maschi e femmine che con le loro vittorie hanno onorato la nostra nazione, si è visto nel nostro Paese un incremento d’interesse. Il numero di praticanti rimane tuttavia pur sempre, a molte lunghezze dalle altre nazioni. Ma penso che, ora che abbiamo tanti giovani agonisti, ci sarà un più grande risveglio, e avremo la giusta soddisfazione. Se impegnato, l’italiano può competere con tutti. Siamo i primi nell’arte, nel cibo, nel buon gusto, faremo bella figura anche nel golf, anzi abbiamo già incominciato. Diversamente da quanto avviene con altri sport, nel golf gli spettatori dell’Open o delle altre importanti competizioni, sono pressoché tutti anche praticanti, seppure a livello dilettantistico. Tutto ciò detto, non è tuttavia da trascurare l’aspetto ludico del golf, anzi, è sicuramente il più importante: Anche solo due ore trascorse in un campo di golf, con il suo equilibrato impegno fisico e mentale, può riuscire a farti dimenticare qualche assillo che ti aveva un po’ prima preoccupato. E vorrei concludere con il pensiero di un personaggio del grande cinema, che mi par combaciare perfettamente con il punto di vista che ho espresso, l’aforisma di un noto attore americano:
“Se guardi un gioco è divertimento, se lo giochi è svago, se ci lavori sopra è golf” Bob Hope.
Paolo Pilla



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