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La nostra rubrica dedicata al mondo golfistico curata da Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/20: IL RAPPORTO CON IL MAESTRO
Come capire quale sia più adatto a noi? Alla ricerca del giusto feeling
TREVISO - Ventesima puntata delle nostre pillole dedicate al mondo del golf assieme al nostro esperto Paolo Pilla. questa settimana il nostro approfondimento è dedicato al rapporto tra maestro e allievo.
Se sono arrivati ad essere qualificati tali, è da supporre che i maestri siano tutti più o meno validi. Si tratta piuttosto di capire qual è il più adatto a noi come per l’apprendimento, e per questo dobbiamo cercare di trovare la persona con cui potremo avere un buon feeling. Quello sarà per noi il più bravo! Spesso nei circoli ne è presente più di uno e capita di sentire qualcuno tessere lodi sperticate per tale, e altri che preferiscono talaltro. Seppur con bonomia, un buon maestro deve esprimere serietà, uguale dedizione sia nei confronti del neofita che della prima categoria. Ad alcune cose il bravo maestro riserva particolare attenzione: Incoraggiare sempre l’allievo, usare una terminologia comprensibile, portare a termine i concetti trattati in ogni lezione, dare sempre spiegazione del motivo dell’errore, e, dulcis in fundo, non abusare nell’uso del cellulare. Dovremmo ravvisare in lui una buona dose di empatia, e soprattutto la capacità di farci capire facilmente quello che intende trasmetterci. L’insieme delle azioni, che servono per ben effettuare uno swing, sono complesse per la necessità di dover combinare i movimenti di braccia, gambe, spalle, fianchi, testa, in perfetta sincronia. Quanto più il maestro avrà saputo essere chiaro nel trasmettere i concetti, tanto meno sarà difficoltoso per l’allievo mettere in pratica l’azione. Ecco il valore della sua bravura: la chiarezza!
Dall’elenco aggiornato al 27 marzo 2013, oggi in Italia, i maestri di golf sono 482. Abbiamo fatto cenno alle attenzioni cui il maestro è chiamato ad avere durante le sue lezioni. Ora vediamo il giusto atteggiamento dell’allievo. Nel rapportarci al Maestro, è importante il nostro comportamento, il nostro porsi nei suoi confronti. Anche lui deve sentirsi a proprio agio, non sentirsi davanti una persona sgradevole, pesante, che sa già tutto, che ha letto sulla rivista di golf che si deve fare così, che arriva sempre in ritardo, o che fa lo snob.
Attenzione, non ci sono molte persone di tal fatta, ma può capitare a tutti di scadere, magari sovrappensiero. Per quanto riguarda le letture sulla tecnica del golf, ad esempio, penso che ne sia sicuramente utile la consultazione, ma senza la lezione del maestro, ci sarà difficile l’attuazione di quanto suggerito. Non potremmo capire, e mettere in pratica quello che da soli abbiamo difficoltà ad intendere,
quello che abbiamo letto, e che solo la sua esperienza ci farà comprendere, anche perché va sempre rapportato al singolo. E’ doveroso quindi, commentando la pagina della rivista specializzata durante la lezione, non ergersi a saputi. Il corretto comportamento nei suoi confronti significherà essere da lui apprezzati, e questo ci sarà certamente utile.
Il golfista medio ha spesso una buona conoscenza della tecnica, ma l’esecuzione, purtroppo, sovente non riesce corretta. Ogni volta che ci addressiamo sulla palla, vuoi per un sonoro swing che per un breve approccio, non possiamo passare in rassegna tutto quanto serve per la corretta esecuzione. E’ ben noto, infatti, che il golf è uno sport “di testa”, ed è il cervello che alla fine comanda i nostri organi. Solo l’occhio vigile del professionista è in grado di distinguere dove sta il particolare sbagliato, il piccolo errore, che non ci permette una buona esecuzione. D’altro canto, è proprio per questo che ricorriamo al maestro.
Concludendo, se non riusciamo ad avere un rapporto di reciproca fiducia, non va bene per l’allievo che butta via i suoi soldi, e non va bene per il maestro, che chiuderà la lezione con scarsa soddisfazione. Si tratta in fondo di buona educazione, rispetto, e passione per il gioco, che ci faranno trarre quanto di meglio si può dalle lezioni.
Vorrei aggiungere che, a sovraintendere i professionisti maestri e giocatori, c’è l’Associazione Professionisti Italiani di Golf (PGAI). Con una storia di mezzo secolo, oltre a seguire i professionisti, spende le sue energie in attività di promozione per la diffusione del gioco del golf, anche organizzando giornate promozionali su scala nazionale. Oggi la PGAI ha la fortuna di essere presieduta dal grande Costantino Rocca.
Lo stile è l’abito dei pensieri (Lord Chesterfield)
Paolo Pilla


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