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La nostra rubrica dedicata al mondo golfistico curata da Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/21: I PROFESSIONISTI, IL GIOCATORE
Puntata dedicata al Tournament Players e alla strada per la carriera

TREVISO - Il "Tournament player", il giocatore professionista, sarà il protagonista del nuovo appuntamento con le pillole del Golf curate dal nostro esperto Paolo Pilla, e contenute all'interno di Sport dalla Marca.
Il giocatore di golf che intendesse intraprendere questa strada dovrà sapere che è molto dura, e non può prescindere da una naturale, innata inclinazione e da un massiccio, esasperato, allenamento quotidiano. Deve salire una scala ripida raggiungendo via via traguardi sempre più alti. Il golf professionistico si organizza, infatti, su di una serie di tornei che si disputano ogni anno in tutto il mondo, differenziati tra uomini e donne, maggiormente ricompresi tra i “tours”. Se prendiamo in esame l’aspetto economico, va subito detto che nel professionismo la struttura del gioco del Golf è nettamente diversa da quella degli altri sport, tant’è che, fino a quando non arriva all’ambìto traguardo, la principale fonte di reddito del professionista non potrà venire dalle competizioni. Per la maggioranza dei golfisti, partecipare ai tornei professionistici richiede una spesa non banale per la tassa d’iscrizione, il viaggio, l’alloggio, e lo stipendio per il Caddie. Tutte spese che deve sostenere in prima persona, se non può contare su di uno sponsor. E’ chiaro che solo una piccola parte arriva a vincere i premi, a cui fanno poi seguito le sponsorizzazioni. Dopodiché, questa élite arriverà a guadagnare cifre importanti. Il giocatore può diventare ricco. Basti dire che il monte premi all’Open d’Italia 2012, giocato in settembre al Royal Park di Torino, solo per quella competizione, e solo di quattrini, ammontava a 1.500.000 euro. Non a caso è risaputo che il golf è uno degli sport più redditizi del mondo. E’ bene però che chiunque desideri affrontare il golf sotto l’aspetto della professione, scelga dapprima la strada dell’insegnamento. La scelta gli permetterà di entrare nel mondo del professionismo conoscendo in modo più approfondito i vari aspetti, e gli permetterà di approdare con maggior tranquillità ad una posizione tra i grandi del golf. Questo, ovviamente, se non si nasce già grandi, com’è successo ai nostri Molinari, a Manassero, a Gagli.
Per il golfista italiano maschio, la prima palestra che meglio si adatta al giocatore aspirante o neo professionista è l’Alps Tour. E’ il tour che richiede una “carta” più leggera, e al quale può partecipare anche il dilettante, purché abbia massimo 2 di hcp. Come prova di qualifica dovrà dimostrare, con la garanzia della Federazione (FIG), che è in grado di giocare ad un livello competitivo, e fornire copia dei risultati ottenuti nei 2 anni precedenti. Dovrà superare il taglio dopo i primi due giri, che in totale possono essere 3 o 4 (54 o72 buche). L’esperienza sarà utile anche al neo professionista, per poter accedere ai tornei maggiori, che invece prevedono il possesso della “carta”: la Qualifying School. Già con questo tour, comunque, c’è la possibilità di vincere una discreta somma di denaro, ma tenendo presente che il costo di accesso a questa prova, è di circa 600€ ed è divisa in 2 step il First ed il Final Stage. Conquistata la “carta” dell’Alps, che è esclusivo per i maschi, avrà davanti il Challenge Tour, che se possiamo fare un paragone con il calcio, equivale alla serie B. Il livello di gioco qui è comunque molto elevato, ed i giocatori presenti sono per la maggior parte in grado di giocare anche sul tour maggiore e di vincere in qualsiasi gara. Devono attendere soltanto l’occasione.
Per quanto riguarda il professionismo femminile, ce ne sono degli altri, e la loro principale competizione è il Ladies PGA Tour, che viene disputato da tutte le migliori giocatrici del mondo.
Per la presentazione dei maggiori circuiti in cui giocare compresi nei tour europei e americani, rinviamo i commenti alle prossime puntate, perché sono tanti e articolati. Per intanto è interessante sapere che molti professionisti hanno cominciato dal basso, e, salendo pian piano la vetta, sono arrivati a traguardi eccellenti. Pensiamo al grande Costantino Rocca, che ha cominciato facendo il Caddie, e allenandosi di notte, è riuscito, a dare grande impulso al golf italiano. Certo che, per avere successo, ci vuole un forte entusiasmo, un buon fisico, ed un’eccellente testa.
Il futuro appartiene a chi crede alla bellezza dei propri sogni (Eleanor Roosvelt)
Paolo Pilla



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