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Dinamiche artistiche, culturali e commerciali nella musica pop
IL LIBRO: TRA ARTE E ROCK
L'intervista a Arcangelo Accurso

(ag) Non una storia di un genere musicale ma la storia di un fenomeno, di cui il rock ha rappresentato l'apice. “Tra arte e rock. Dinamiche artistiche, culturali e commerciali nella musica pop moderna”, edito da I libri di Emil, è il volume scritto da Arcangelo Accurso allo scopo di provocare una riflessione sull'eredità del rock, nel contesto della musica pop moderna. Un'evoluzione musicale che ha prodotto una crepa tra esigenze commerciali ed espressione artistica.
Come spiega l'autore ai microfoni di Alessandra Ghizzo, a creare il fenomeno di massa sono gli sviluppi della tecnica: è la fine dell'800 quando la musica entra nella dimensione privata grazie alla produzione di supporti tecnici di riproduzione, come i fonografi e i grammofoni, e di diffusione, quali la radio e la televisione. Innovazioni capaci di apportare radicali svolte sociali e culturali soprattutto nelle giovani generazioni, dagli anni del secondo dopoguerra (basti pensare alla figura di Elvis Presley, precursore dell'icona pop moderna). Ma Accurso quando parla di rock guarda alla musica prodotta in Inghilterra tra il '64 e l'83, dove ogni centro urbano è un fervore di creatività, e Beatles e Rolling Stones sono solo le punte.
Due i perni : l'America e l'Inghilterra, due mondi che rendono il rock un fenomeno trasversale ma con declinazioni indipendi le une dalle altre: in Inghilterra l'influenza del blues e della musica black, in America un capitolo prettamente bianco, ma capace di connettersi alle rivendicazioni politiche e sociali giovanili. Un'epoca che ha creato artisti eclettici ma affini, in cui le bands si affermavano per la loro musica, non per operazioni commerciali decise dall'industria discografica.
Il libro si arricchisce di voci autorevoli del panorama musicale internazionale, quali Massimo Baggio del conservatorio di Milano, il discografico Antonio Coni, i musicologi Franco Fabbri e Enzo Restagno, il cantante dei Deep Purple, Ian Gillan, e il chitarrista dei Genesis, Steve Hackett.
Il discorso di Arcangelo Accurso alterna sapientemente una prospettiva ampia ad una più ristretta: dall'analisi di portata culturale e sociale, al riconoscimento dei singoli contributi che i grandi artisti dell'epoca hanno apportato alla musica. Tanti i gruppi citati, tratteggiati in maniera sintetica e precisa. Una lettura che spinge ad approfondire - o scoprire - un ascolto che è arte e rock, ma che la produzione musicale attuale non offre più.


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