ASCOLTA IL SERVIZIO ON-LINE | ![]() |
La nostra rubrica dedicata al mondo golfistico curata da Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/41: LA STABLEFORD
Tempi più corti in questa formula, la più usata tra i dilettanti

TREVISO - Nuovo appuntamento con le pillole di golf, questa settimana Paolo Pilla, ci parla della formula Stableford.
A risolvere il problema che si presentava nelle gare Medal, dove capitava di non riuscire a chiudere una gara perché a qualche giocatore non bastava il normale tempo di gioco, ci pensò, già nel 1898, il medico dott. Frank Stableford (1870-1959), ideando la formula che porta il suo nome, Stableford, adottata per la prima volta ufficialmente nel 1932 al Liverpool Golf Club.
L’intento di Stableford, già chirurgo nella Royal Army Medical Corps, eccellente giocatore di golf con un handicap di +1 nel 1907, era quello di scoraggiare il giocatore dal continuare il gioco nelle buche che stava conducendo con un risultato scadente. Ideò il sistema che prevedeva, in ognuna delle buche, un numero massimo di colpi che ogni giocatore poteva fare per aver diritto di ricevere punti, oltre ai quali colpi non avrebbe avuto significato proseguire il gioco. Rispetto all’originale Medal, poiché non tutti sono campioni, con questa formula di gara dalla minor severità, è stato possibile rendere più spedite le competizioni, contribuire a evitare la piaga del gioco lento, e rendere le partite più divertenti. Ultimati i colpi a disposizione, infatti, il giocatore può alzare la palla. In quella buca, semplicemente il suo punteggio sarà zero, e come ormai abitudine consolidata, esporrà una (X). Ma “nulla è perduto”, potrà rifarsi con le successive. E’ così che la formula riesce vantaggiosa anche per lo stesso giocatore: gli consente di non pregiudicare la classifica quando incappa in una buca particolarmente disastrosa; pur senza punteggio in quella buca, rimane competitivo per la gara. Ed ecco risolto il problema di una partita con tempi troppo lunghi. La formula Stableford può essere giocata come gara di singolo, di doppio, e di squadra, nonché scratch o pareggiata. L’obiettivo del golfista è di accumulare il maggior numero di punti nel corso delle 18 buche, ottenuti tenendo conto del numero di colpi che l’handicap di gioco gli assegna a ogni buca. Il sistema, che si basa appunto sul conseguimento di un determinato punteggio in relazione al risultato netto del giocatore, si esprime con la tabella:
Doppio bogey o peggio 0 punti
Bogey (un colpo più del Par) 1 punto
Par (i colpi previsti dal rating) 2 punti
Birdie (un colpo sotto il Par) 3 punti
Eagle (due colpi sotto il Par) 4 punti
Albatros (tre colpi sotto il Par) 5 punti
La somma dei punti conquistati a ogni buca sarà il suo risultato finale. E’ facilmente intuibile che i punteggi più alti saranno possibili solo se la gara è pareggiata, e se il giocatore è alto di hcp. Di norma, per la classifica, nelle gare Stableford si utilizza il punteggio netto, che tiene appunto conto dell’handicap del giocatore. E’ il vincitore del netto che avrà diritto al primo premio della gara. Questo in omaggio all’importanza del riferimento all’hcp, quale elegante aspetto di questo sport. In origine il vantaggio non era accordato intero, bensì il 7/8, ma è diventata ormai prassi comune di considerarlo nella sua interezza. La formula Stableford è possibile solo giocando Strokeplay, ed è sicuramente diventata la formula di gioco più popolare. Le 18 buche di un percorso, per le difficoltà che esprimono, sono indicizzate da 1 a 18 (quella con indice 1 è la più difficile, con 18 la più facile). Da ciò, ogni giocatore che già conosce il suo hcp di gioco, può facilmente determinarsi l’esatto vantaggio su cui può contare in ogni singola buca. Infatti, considerando che di norma le buche sono 18, se il giocatore ha 36 di hcp, vuol dire che può far conto su 2 colpi in più ad ogni buca; se il suo hcp fosse 24, vorrebbe dire che può contare su di un colpo in più ad ogni buca, e ancora, un ulteriore colpo su altre 6 buche, quelle indicizzate come le più difficili.
Il sistema Stableford non è mai utilizzato nelle gare dei professionisti, se non in condizioni di gioco estremo, e magari, in quel caso, verrebbe opportunamente modificato.
Il più grande nella vita è fare quello che la gente dice che non sai fare. Walter Bagehot
Paolo Pilla



08/01/2014 - Pillole di golf/40: lo stroke play
18/12/2013 - Pillole di golf/39: il match-play
11/12/2013 - Pillole di golf/38: il Putter
04/12/2013 - Pillole di golf/37: gli ibridi
27/11/2013 - Pillole di golf/36: wedges
13/11/2013 - Pillole di golf/35: i ferri
06/11/2013 - Pillole di golf/34: i legni
05/11/2013 - Pillole di golf/33: I bastoni, la storia
23/10/2013 - Pillole di golf/32: la pallina
16/10/2013 - Pillole di golf/31: la struttura del campo
09/10/2013 - Pillole di golf/30: the Spirit of the game
02/10/2013 - Pillole di golf/29: gli Juniores
25/09/2013 - Pillole di golf/28: i pro Senior
18/09/2013 - Pillole di golf/27: la Solheim Cup
11/09/2013 - Pillole di golf/26: le Proette