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La nostra rubrica dedicata al mondo golfistico curata da Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/52: OSTACOLI D'ACQUA
Ruscelli, stagni, laghi o braccio di mare che creano maggiori difficoltÃ
TREVISO - Nuovo appuntamento con le pillole di golf assieme a Paolo Pilla. Oggi parleremo degli "ostacoli d'acqua"
Gli Ostacoli d’acqua, pur creando maggiori difficoltà per il giocatore, aumentano il fascino di un Campo da Golf. Sono rappresentati da qualunque braccio di mare, lago, stagno, fiume, ruscello o fosso, anche se talvolta al loro interno possa non scorrervi l’acqua. Le “regole” li dividono in due categorie: oltre al normale Ostacolo d’acqua segnalato da paletti gialli, è previsto l’Ostacolo d’acqua laterale, che si distingue perché individuato da paletti rossi. Quest’ultimo rispecchia particolari condizioni, e ne rimandiamo l’esame alla prossima pillola. Il giocatore che manda la palla dentro i limiti di un qualsiasi ostacolo d’acqua, potrebbe riuscire a giocarsela dal suo interno, perché o non è momentaneamente presente l’acqua, o è tanto bassa, o perché la palla si è fermata sulla sponda senza essere andata a “a bagno”. Il gioco potrebbe talvolta essere abbastanza agevole, anche per la possibilità di poter momentaneamente togliere i paletti che dovessero essere d’intralcio. Tuttavia, il gioco dall’ostacolo si trova irreggimentato in ulteriori prescrizioni, come quella di non toccare il terreno o l'acqua, prima di effettuare il colpo. Il gioco si presenterà più difficile, ma avrà evitato il colpo di penalità. Il più delle volte, però, la palla finita in acqua non si vede più, o non si riesce a pescarla, e allora, oltre al disagio per il fatto di doversi accollare la penalità, il giocatore soffrirà anche per la perdita della pallina. Il gioco deve continuare, e ora prendiamo in esame il comportamento del giocatore la cui palla sia persa in un ostacolo d’acqua, paletti gialli. Due sono le possibilità: Si potrà ripetere il colpo dal punto in cui era stato fatto in precedenza, oppure si potrà droppare una palla dietro all’ostacolo, posizionandosi indietro quanto vuole, ma lungo una linea che virtualmente congiunge la bandiera, passando per il punto esatto dove per ultimo la palla ha fatto il suo ingresso in ostacolo. Nell’ottemperare a questa disposizione qualcuno la infrange la regola, perché si crea un po’ di confusione nella ricerca di quel punto. Basta pensare a come questo cambia, a seconda che la palla sia entrata dalla prima o dalla successiva sponda. Poi qualcuno non ricorda che il droppaggio va fatto dietro all’ostacolo, e il giocatore la cui palla è entrata in acqua dalla sponda più avanzata del ruscello, pensa di poter usare quel versante per il drop. Oppure si ricorda che deve andare indietro, ma confonde il punto da tenere di riferimento per individuare la linea dove disporsi. Altra particolarità, per la palla che finisce in acqua e sta ruscellando: non si possono frapporre indugi. Dice la regola: “…….. ma non deve ritardare l’esecuzione del suo colpo per permettere che il vento o la corrente migliorino la posizione della palla” (2 colpi di penalità o la perdita della buca). Ecco, questi bellissimi ruscelli, se ci finisci dentro, diventano una tortura. Poetico quel ruscello che scende dal Cervino e ti accompagna allegramente nel percorso, ma che avido di palline!
Paolo Pilla
“Fortuna è il nome che diamo al successo altrui “ Roberto Gervaso



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