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La nostra rubrica dedicata al mondo golfistico curata da Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/50: IL ROUGH
Erba alta e incolta, la difficoltà per chi non rimane nel fairway
TREVISO - Nuovo appuntamento con le pillole di golf assieme al nostro esperto Paolo Pilla: oggi parliamo del rough.
Se il fairway è la retta via perché rende facile il gioco della palla, il rough è la strada da non seguire, perché troviamo le difficoltà causate dall’erba alta che rende difficile il gioco della palla; la punizione per i giocatori che non hanno eseguito correttamente il colpo precedente. E’ tutto attorno al fairway che si estende il rough. E’ sempre un tappeto erboso, ma l’erba è lasciata crescere più alta e folta in modo da costituire una difficoltà per quei giocatori che non sono riusciti a mantenere la palla in fairway. Se nel resto del Campo le erbe sono di varia natura, quella del rough è dura. Anzi, spesso è lasciato il cosiddetto nativo che può anche essere altissimo, e che comunque ha anche il significato del rispetto per il territorio. A dividerlo dal fairway c’è una fascia di larghezza dai 3 ai 5 metri, dove l’erba dovrebbe essere tagliata ad un’altezza compresa tra 5 e 7,5 cm.
I fairway più comuni sono composti da miscugli di Poa pratensis nelle diverse varietà, Lolium perenne, Festuche, o come migliori essenze vengono usate le Bermudagrass, varietà di speciali gramigne che rendono un tappeto erboso di qualità resistente agli stress climatici, in grado di offrire un campo sempre perfetto in tutte le stagioni. Sul green si usa una specie più pregiata, l'Agrostide Stolonifera, che produce un tappeto fitto e uniforme, resistente al calpestio, capace di sopportare tagli bassissimi. E’ stata studiata per l’uso specifico nel green, ma si può usare anche nel giardino di casa. Basta sapere che i semi vengono dagli S.U. e sono molto costosi; una confezione da 11 Kg costa 500 euro.
Il giocatore che finisce sul rough può avere la forte tentazione di migliorare la posizione della palla, il suo lie, ma non si può assolutamente fare. Non la si può spostare, non si può schiacciare l’erba dietro ad essa con il bastone o con il piede. Va aggiunto che spesso, nella parte di percorso occupata dal rough ci sono anche alberi i cui rami possono essere d’impaccio. Anche se questi rami non permettono un libero movimento, non si può migliorare l’area spezzando o piegando i rami a facilitare lo swing. Il giocatore che si trova la pallina sotto ad essi, per prendere posizione potrà cercar di entrare con garbo, facendo attenzione a non provocarne la rottura. Colpendo nel rough alto, troverà l’erba davanti che attutirà l’impatto e quella dietro che gli rallenterà il volo. Sarà saggio accontentarsi di usare un bastone corto con molto loft, che gli farà fare poca strada, ma in compenso farà volare più in alto la palla, ottenendo almeno il risultato di riportarla in fairway.
Anche nel rough è però possibile ovviare alle interferenze con le ostruzioni, con gli impedimenti sciolti, o liberarsi dalle difficoltà create da particolari condizioni di terreno. Oltre alla difficoltà che incontra nel fare il colpo, c’è anche il fastidio di cercare la palla. La regola concede cinque minuti per cercarla dal momento che arrivi in prossimità di essa, dopodiché la si deve considerare persa. Questo purtroppo talvolta accade, anche se tutto il team si prodiga ad aiutare, e allora il giocatore perderà colpo e distanza, cioè un colpo di penalità per “palla persa” e poi rifare il colpo da dove lo aveva fatto in precedenza. E’ avvilente, meglio cercare di evitarlo il rough.
Paolo Pilla
“Le persone attribuiscono sempre alle circostanze il fatto di essere ciò che sono. Io non credo alle circostanze. Le persone che hanno successo sono quelle che si danno da fare e cercano le circostanze favorevoli. E se non le trovano, le creano”. George Bernard Shaw



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