TREVISO - Continuano le pillole di golf dedicate alle "Leggende Metropolitane". In studio il nostro esperto Paolo Pilla ci farà luce su alcune asserzioni che pensiamo vere, e invece...
Proseguiamo a raccontare di altre credenze sulle regole e i doveri del golfista, che talvolta possono ingenerare errori sfocianti in penalità, ma molto di rado; più frequentemente significano limitazione alle possibilità del giocatore. E’ ben noto che una buona conoscenza delle Regole aiuta il giocatore ad incrementare lo score.
Si può ripetere il colpo perché ”palla disturbata”: l’etichetta vuole che nel Campo da Golf si usi un contegno rispettoso verso i compagni di gioco, a cominciare dall’evitare schiamazzi e conversazioni ad alta voce, dall’uso del telefonino, ma anche di non muoversi se si è accanto a chi deve fare il colpo. Tuttavia può accadere che il disturbo sia involontario, come la caduta di un bastone, o che passi non lontana una motocicletta rombante, o le anatre che starnazzano, o un leprotto che d’improvviso scappi là vicino, e tante altre cose. Tutte disturbano il giocatore che sta per fare il colpo. Non può però invocarle come causa che l’han fatto sbagliare, e pensare di aver la possibilità di ripetere il colpo. Se gli capita di essere disturbato, il giocatore può arrestare il suo movimento discendente prima che la testa del bastone raggiunga la palla, controllando il suo downswing. Aggiungo che un abile giocatore, un professionista, è avvezzo ai disturbi causati spesso dagli spettatori. E’ un evento comune, ed è in grado di raggiungere la capacità di isolarsi mentalmente. Inoltre, il giocatore che prima di fare il colpo, per abitudine guarda chi gli è vicino con il determinato segnale d’invito all’attenzione, non ci fa bella figura; ma non son poi così tanti gli intransigenti.
Perché la palla sia considerata mossa deve fare almeno mezzo giro. Né mezzo giro, né altro. Perché la palla sia considerata mossa, deve semplicemente aver lasciato la sua posizione originale e averne assunta un’altra. Va ricordato che lo spostamento della palla non va considerato soltanto nel suo verso orizzonte, bensì anche in senso verticale, dove ovviamente il mezzo giro proprio non c’è. (Si pensi alla pallina che ha trovato il suo lie bella alta, sopra un bel ciuffo d’erba. Il sole fa un po’ appassire l’erba, il ciuffo cede, la pallina scende un po’). Palla mossa.
Il giocatore può dichiarare persa la propria palla. Questo proprio no. Nel caso in cui il giocatore preferisca non trovare la propria palla perché finita nel bosco fitto, o in altro posto da cui prevede difficile uscirne (e questa è la situazione in cui più frequentemente è vivo il desiderio di non trovarla), avrà facoltà di mettere in gioco un’altra palla, assumendosene le conseguenze. Se aveva messo in gioco una provvisoria finita nei pressi del punto di arrivo dell’originale, è sufficiente che colpisca nuovamente la provvisoria, ovviamente quando è il suo turno. A quel punto l’originale si configura persa. E’ da tener presente però, che se i compagni gliela indicano prima che lui colpisca nuovamente la provvisoria, sarà costretto ad andare a riconoscerla, e se è la sua, continuare il gioco con quella. Insomma, il giocatore non può definire la sua palla persa con una semplice dichiarazione.
Lo spirito olimpico esiste ed esisterà sempre, perché il sentimento sportivo non può ridursi a una corsa per la vittoria, senza lealtà e rispetto dell'avversario. Gabriella Dorio