TREVISO - Ancora pillole, ancora golf e soprattutto ancora leggende metropolitane da sdoganare con il nostro esperto Paolo Pilla. Continuiamo con queste fiabe, nell’intento di rendere evidente, e commentare, alcune lacune sulle Regole del Golf, diventate leggenda metropolitana. Non sono mai dette in modo disonesto, piuttosto capita che chi le recita lo faccia con sicumera, e scarsa propensione ad accettare che non sia così.… hanno ragione loro! …
C’è l’obbligo di cercare la propria palla. Di solito il giocatore la vuol trovare la sua palla, perché, come abbiamo già visto, PALLA PERSA è fastidioso, e penalizzante. Talvolta però, la palla ha terminato la sua corsa in un posto talmente difficile, che uscirne è quasi impossibile. E’ obbligato il giocatore a cercare la palla per i classici cinque minuti? No, è leggenda! Sua è la scelta! Poniamo il caso che stia giocando una gara medal, e che la palla originale sia presumibilmente finita in un dirupo. Gioca una provvisoria perché non si è visto bene dove l’originale abbia terminato la corsa, e ha la speranza di trovarla giocabile. La provvisoria ha conquistato un bel posto, avanzato, sul fairway, vicino al green. Avvicinandosi al punto di arrivo dell’originale, scopre che purtroppo, ahimè, non può che essere finita nello scosceso. Non conviene cercarla. Ma l’avversario, che ritiene ci sia l’obbligo della ricerca e che per dipiù ha visto l’ottimo esito della provvisoria, lo invita a farlo, anzi, si dispone ad aiutarlo, perché capisce che se la palla verrà trovata, saranno guai per il giocatore. Il nostro però, non si fa intimidire dal latore della leggenda, lascia fare un po’, ma poi si porta avanti, e così anche l’avversario è costretto a proseguire. Se proprio gliela trovava, il male minore era di dichiararla ingiocabile, e utilizzare la scelta di ripetere il colpo da dove era stato fatto in precedenza. Si sarebbe accollato la penale, senza la certezza di fare un colpo buono, ma almeno avrebbe evitato il disastro. E’ evidente che non gli conveniva proprio di cercarsi la palla, giacché obbligo non c’è.
Il giocatore è obbligato a dichiarare la palla che sta giocando. E’ consuetudine, ed è buona abitudine, che il giocatore dichiari la palla che sta per mettere in gioco. E’ un segno di correttezza, ed è utile anche a lui per avere un aiuto, nel momento che durante la partita si trovasse in difficoltà nel rintracciare la sua palla. Non è però un obbligo, Non può essere penalizzato se si scorda di farlo. La sua responsabilità è di essere sempre in grado di identificare la sua palla, e per ciò è molto utile mettere un segno identificativo sulla stessa.
Si può ridroppare senza penalità la palla droppata che ritorna ingiocabile. Questo è un errore in cui è frequente cadere, per almeno un paio di motivi: Primo, le possibilità che il giocatore ha per la ripresa del gioco, sono simili a quanto previsto per la palla persa in ostacolo d’acqua in cui, se la palla droppata esce dall’ambito consentito, si ridroppa senza penalità. E qui sta la differenza. Secondo, non accade spesso di dichiarare la palla ingiocabile, perché ciò comporta un colpo di penalità, e il giocatore, per quanto possibile, cerca di evitarlo. Se può, fa il suo colpo, anche se non è di facile esecuzione. Il caso del ritorno in posizione ingiocabile di una palla droppata perché dichiarata tale, va visto in maniera a se stante. E’ da dichiarare nuovamente ingiocabile, con nuova penalità. E’ bene fare attenzione a che questo non accada, scegliendo quella tra le opzioni (ce ne sono tre), che meno creano questo rischio. Se poi succede, non resta che accettare la pena … con filosofia.
“non ho mai detto quello che non volevo dire, anche se non ho detto sempre quello che volevo dire”. Enzo Biagi