TREVISO - Questa settimana la rubrica del golf non può che essere dedicata all'Open d'Italia disputatosi al Golf Club Milano. Ce lo racconta il nostro Paolo Pilla nel suo reportage.
È terminata la manifestazione golfistica più importante per il nostro Golf: L’Open d’Italia. Siamo a Monza, al Golf Milano, un polmone verde di 688 ettari, che si riprende l’Open, nel senso che lo ospita per la 7^ volta dopo 25 anni. Dalla sua nascita, nel 1925, l’italiano è stato uno dei primi Open nel panorama europeo. Il grande Golf, non solo quello tricolore, ha calcato con l’Italia Open i fairway dei più bei Campi dello stivale. Oggi continua ad avere la sua importanza, nonostante il montepremi sia bassino rispetto agli Open USA: 1.500.000 euro, che se vogliamo son comunque bei soldini ma lontani da quelli elargiti agli US Open, dieci volte tanto, e che alcuni professionisti ovviamente preferiscono. Nonostante ciò, si può contare sulla presenza di grandi nomi del Golf mondiale. Nella storia dell’Open d’Italia sono state sette le vittorie azzurre. La prima nel 1925 a Stresa (Francesco Pasquali), l’ultima a Tolcinasco nel 2006 (Francesco Molinari).
L’EXPO ha certamente contribuito a far cadere la scelta sul Campo di Milano, che d’altro canto ha dovuto predisporre la perfezione dei dettagli: Siamo alla vigilia del momento in cui il comitato organizzatore si pronuncerà sulla scelta tra Austria, Germania, Spagna, Italia, di chi potrà ospitare la Ryder Cup del 2022. L’Italia deve dimostrare l’efficienza organizzativa valida per l’assegnazione di quello che è il terzo evento sportivo mondiale dopo le Olimpiadi e la Coppa del Mondo di Calcio. Al prologo, il giorno 16, c’è stata la Rolex PRO AM alla presenza di Roberto Maroni, con la partecipazione di Alessandro Del Piero, Massimo Mauro e Daniele Massaro come dilettanti, a far le 18 buche con formula “Par is your friend and use your Pro”: per la classifica erano conteggiati soltanto birdie, eagle e, se ci fossero stati, albatros, oltre alla particolarità che ogni dilettante poteva chiedere al pro di fare un colpo per suo conto. Vincitrice la squadra del professionista francese Romain Wattel, con -23. L’Open di quest’anno, nobilitato dalla presenza di Darren Clarke che sarà il capitano della squadra europea della prossima Ryder Cup, ha messo gli azzurri Molinari, Manassero, Paratore, a dover fare i conti con concorrenti agguerriti del calibro di Miguel Angel Jimenez, Pedraig Harrington, Martin Kaymer, Stewart Cink, e Y.E. Yang, vincitori di Major, tanto per citarne qualcuno. Difendeva il titolo, il sudafricano Hemin Otto. I numeri usciti in questo Open, influenzeranno la scelta di chi fra gli azzurri parteciperà alle Olimpiadi del 2016. Costantino Rocca disputa il suo ultimo Open d’Italia, e Renato Paratore, medaglia d’oro ai Giochi Olimpici giovanili, il suo primo Open da professionista. Un po’ di cronaca: -Giovedì 17: alle 7.30, l’avvio della competizione. Su molti gli occhi puntati, italiani e stranieri, ma soprattutto su Chicco che è di casa, che è tra i favoriti, e ha scelto di competere qui anziché al BMW Championship, dove la prima moneta per il vincitore corrisponde al totale del montepremi Italia Open. In team con lo spagnolo Miguel Angel Jimenez e l’inglese Danny Willett, Francesco è partito alle 8.30 dalla buca 10, di ottimo avvio, chiudendo al 2° posto con 65 (-7), alla pari con l’indiano Shiv Kapur e lo svedese Kristoffer Broberg. Bella sorpresa Stefano Mazzoli, quinto. Buona la prestazione di Andrea Pavan e di Joon Kim, il 27enne trevigiano nato da genitori coreani. Impossibile resistere agli artigli del belga Nicolas Colsaerts, che tra la 14 e la 18 ha infilato 5 birdie consecutivi, e raggiunge la vetta (-9). Gioco spettacolo, sono stati ben 7.500 gli spettatori che hanno seguito la prima giornata. A ulteriore testimonianza del prestigio raggiunto dal torneo,
Poste Italiane ha predisposto quattro speciali annulli filatelici celebrativi, e cinque cartoline, in tiratura limitata di 500 esemplari.
-Venerdì 18: Francesco Molinari condizionato dall’emozione, dalla responsabilità che si sentiva addosso con un mare di spettatori che lo seguivano, costantemente perseguitato dall’assenza del putt, cede con un doppio bogey alla 3, e scende (25°). Due outsider tra gli azzurri invece, salgono: un brillante Andrea Perrino (7°), e il dilettante Stefano Mazzoli, campione europeo in carica (16°), che convincono con ottima prova. Il taglio è caduto a 140 (-4) lasciando in corsa 78 concorrenti, perchè molti i parimerito con il 64°. Rimangono fuori Manassero, Tadini, Pavan, Paratore; Costantino Rocca, all’ultimo Open della carriera, è accolto da autentica ovazione al suo arrivo, esce con lacrime di commozione. Occhi umidi anche tra il pubblico accalcato sul green della 18, a rendere i massimi onori al più grande Campione di Golf che l’Italia abbia avuto. Con 131 colpi (-13), vanno al comando lo svedese Jens Fahrbring, e il danese Lucas Bjerregaard. C’è stata anche una buca in uno, realizzata dal sudcoreano Yong-Eun Yang alla 12, un par 3 di 142 metri. Aumentati gli spettatori: 9.500. -Sabato 19: presumibilmente a causa delle previsioni meteo, per concludere il gioco con minor rischio pioggia, le partenze hanno continuato a tre, anche se poi il tempo ha retto. E’ la giornata esaltante per Martin Kaymer, il trentunenne tedesco numero 22 del ranking mondiale, che in piena forma dà una zampata, realizza il miglior risultato di giornata, risale di sei posti la classifica generale, e va a condividere la prima posizione con lo svedese Fahrbring e il francese Wattel. Migliore tra gli azzurri Francesco Molinari, con ottimo score, risale la china, si porta al 16° posto. “Ormai però, con uno score totale di -11, sei colpi di dsitanza dal primo, solo un miracolo potrebbe farmi vincere” dice al suo caddie. Nonostante il giro in par, lo spagnolo Miguel Angel Jiménez, con il suo fare guascone, ottiene la simpatia del pubblico. Spettatori 15.000.
-Domenica 20: partenze a due, Kaymer in coppia con Wattel, e Fahrbring con Wiesberger. I tre comprimari vivono da protagonisti fasi drammatiche per il continuo alternarsi dei risultati, tallonati da sfidanti come Joakim Lagergren, forte di un 63 di giornata. Grande sorpresa italiana, Lorenzo Scalise con -16 totale, il migliore degli azzurri, si porta al 16° posto, al pari di Jimenez. Di casa al GC Milano, il ventenne dilettante, non riceve profitto economico perchè amateur. La Damiani lo gratifica con gemelli d’oro, e gli si spalancano le porte di una brillante carriera. Rikard Karlberg (67-67-68-67) e Martin Kaymer (68-66-65-70), entrambi con 269 colpi,19 sotto il par nelle quattro giornate, si battono al play-off sul par 4 della 18. Alla seconda buca di spareggio lo svedese Rikard Karlberg, con un fantastico approccio sopra gli alberi, ha il sopravvento con un birdie, e vince il 72° Open d’Italia, nella sua prima vittoria European Tour. Riceve un assegno di 250.000 euro, un elegante orologio Rolex, e una coppia di gemelli d’oro Damiani. Un problema al polso costringe il nordirlandese Darren Clarke al ritiro.
Nessuno è riuscito a centrare con un solo colpo la buca dal tee della 10; avrebbe vinto una splendida Mercedes GLC 220 D, rimasta a brillare sul Campo. Straordinaria la partecipazione del pubblico, presenze da record: 16.000 spettatori nell’ultimo giro, e 48.000 nelle 4 giornate. Non aveva mai visto l’Open d’Italia tanti appassionati seguire i propri beniamini in maniera sempre corretta ed entusiasta.
In sala stampa Alessandro Rogato e Barbara Zonchello, presidente e direttore della manifestazione hanno espresso la loro soddisfazione per l’incredibile risposta del pubblico, e per il manifesto apprezzamento del Campo e dell’organizzazione da parte dei concorrenti. Sono stati calorosamente applauditi, per il vero cesello fatto nel costruire l’Open, mai così bene.
Paolo Pilla