TREVISO - Continua il nostro consueto appuntamento con le pillole di golf assieme al giornalista ed esperto Paolo Pilla al quale continuiamo a sottoporre alcune leggende metropolitane che riguardano - questa settimana - situazioni vissute nei pressi del bunker nei campi da golf.
Attorno agli ostacoli, infatti, le favole fioriscono in misura maggiore. Già di suo, il bunker è visto con sospetto riverenziale per la criticità che talvolta presenta al giocatore all’atto di venirne fuori. Il colpo è pur sempre di esecuzione particolare; la sabbia può essere di diversa consistenza, non si può provare, per non parlare poi della palla che va a conficcarsi sotto sponda. Tutto ciò, condito dal desiderio di non sbagliare, porta a un eccesso di riverenza (piuttosto che meno, è meglio prenderla un po’ maggiore la dose di medicina). Ed eccone alcune. Secondo la prima "leggenda" Non si può entrare in un ostacolo portandosi appresso la sacca. Nasce dalla regola che non permette di provare gli ostacoli sia d’acqua sia di sabbia, che non si possano toccare gli impedimenti sciolti. In realtà, poiché il giocatore entra nel bunker magari con la sacca in spalla, è logico e lecito che l’appoggi sul fondo. Qualcuno potrebbe pensare che nell’appoggiarla senta la consistenza della sabbia. No, a buon senso dovrebbe trascinarla sulla sabbia per ottenere quello scopo, ma allora la cosa si capirebbe, e ne scaturirebbe la contestazione. Dal semplice appoggio, non è possibile ricavare maggiore conoscenza di quanto si possa dedurne dal camminarci, sul bunker.
Il giocatore che entra con un bastone in bunker, non lo può cambiare. Anche questo nasce dal timore di non sbagliare, visto che al giocatore che colpisce la palla dal bunker, è imposta qualche prescrizione in più, come il non poter toccare la sabbia con le mani o con il bastone. In realtà, anche se avesse già preso il suo stance piazzando saldamente i piedi sulla sabbia, ha la facoltà di uscire a impugnarsi un altro bastone che gli sia più acconcio, e tornar a prendersi uno stance anche diverso. A sistemare la superficie, provvederà dopo aver fatto il colpo. Poiché sull’argomento c’erano state delle contestazioni, la Federazione ha di recente pubblicato una “decisione”, allo scopo di mettere chiarezza sull’argomento. .
Non si può rastrellare dopo avere giocato dal bunker, se si deve ancora giocare dal bunker. Effettivamente, un tempo, poteva essere rappresentato così. Da qualche anno, per velocizzare il gioco, è stata introdotta la norma che consente al giocatore di livellare la sabbia prima di eseguire il colpo. L’attenzione va posta sul non intervenire nella zona specifica che riguarda il colpo da fare, compreso il posto del colpo precedente, se la palla era rimasta o tornata in bunker. La norma, come dicevo, è stata introdotta per rendere più spedito il gioco, soprattutto in presenza di grandi bunker, come ci sono a Cà della Nave (vedi foto), in cui talvolta si devono percorrere lunghi tratti per arrivare alla palla, e poi ripercorrerli in senso inverso. Nel fare il tratto per raggiungere la palla, il giocatore può rastrellare le impronte che lascia camminando. Questo dimostra la tanta importanza data a cercar di evitare perditempi durante il gioco.
La zolla, finita in bunker a seguito di un colpo del compagno, non può essere rimossa perché si tratta di un impedimento sciolto. La zolla, per sua definizione, è Impedimento sciolto, e come tale non potrebbe essere allontanata dal bunker. Dobbiamo tuttavia ricordare che la zolla è arrivata nel bunker dopo la palla del giocatore. Questi ha il diritto di avere il lie guadagnato dalla palla con il suo colpo, e tale fatto ha prevalenza sull’altro. Poiché la zolla era giunta nel bunker quando la pallina era già presente, e ora crea disturbo, il giocatore ha diritto di liberarsene.
“Il progresso è impossibile senza cambiamento e chi non può cambiare idea non può cambiare nulla”. George Bernard Shaw