TREVISO - Ultima pillola dedicata alle leggende metropolitane. Assieme a Paolo Pilla torniamo ad analizzare un aspetto delle Regole del Golf, che in misura maggiore o minore è presente nei Campi e nei Circoli, determinato dalla complessità delle Regole che governano questo sport cui gli Italiani si avvicinano, ma poco propensi a soffermarsi sulle stesse. Ma non succede solo a noi italiani. Durante l’Open d’Italia di recente svoltosi a Torino, ben due giocatori sono stati squalificati per il mancato rispetto della regola che soprassiede agli ostacoli d’acqua laterali. Non c’era dolo, solo ignoranza, e la sfortuna che nessuno li abbia avvisati dell’errore prima di consegnare lo score. Sembra impossibile che il golfista, arrivato a un grado di capacità tale da partecipare all’Open, non sia ferrato sulle regole. Perché succede? Azzardo una spiegazione: Certo una insufficiente conoscenza di esse, ma nella vita, spesso vince chi ha più dialettica. In un gruppetto che conversa sulle Regole, più facilmente non prevale chi ha una più approfondita conoscenza delle stesse, ma quello in cui il DNA manifesta la propensione all’alterigia, all’ostentazione della sicurezza, alla sicumera. E’ spesso da qui che nascono le leggende metropolitane del Golf.
Ed ecco quelle che proponiamo oggi: la palla deve essere colpita con Ia faccia del bastone. Più esatto è dire che la palla dev’essere colpita con la TESTA del bastone. Una parte qualsiasi della testa: davanti, dietro, di punta, di tacco, solo dalla parte del manico assolutamente non si può. Non è consentito fare il classico colpo di biliardo a stecca.
Se la palla giace in una buona posizione, non la possiamo dichiarare ingiocabile. Eccetto quando si trova in un ostacolo d'acqua, il giocatore può considerare la propria palla ingiocabile in qualsiasi punto del campo. E’ solo lui che ha titolo insindacabile per farlo; un compagno di gioco non glielo può suggerire, a scanso di trovarsi penalizzato per aver dato consiglio. Suggerire al compagno di dichiarala o non dichiararla ingiocabile, equivale a dare consiglio.
Finché la palla non supera la palla originaria, è provvisoria. No, non è così, la provvisorietà della palla rimane fintantoché non abbia raggiunto il posto presumibile in cui si trova la palla originaria. Non è indispensabile che l’abbia superata. Dettaglio che sembra da poco, ma l’operare senza tale conoscenza può dar luogo a contestazioni. Dal momento che il giocatore è arrivato nei pressi e tira, è una dichiarazione di rinuncia all’originale. Qualche metro in meno non fa testo. Se fatto entro i cinque minuti, si può tornare indietro a giocare una provvisoria. L'intento della Regola che governa la palla provvisoria, è quello di permettere al giocatore di risparmiare tempo. Se intende pertanto avvalersi di questa Regola, la provvisoria va giocata prima di andare avanti a cercar la palla originaria. Quando si abbandona l’area in cui era stato fatto il colpo, non è più possibile giocare una palla provvisoria.
E' proibito pulire la palla strofinandola sul green. Di vero c’è che non si può provare la superficie del green, e questo dà origine alla leggenda. Confortato dalle regole, la prima cosa che il giocatore fa, giunto sul green, è di marcare e alzare la palla che atterrando porta spesso con se un po’ di terriccio, e il giocatore intende pulirla. Nel fare quest’azione, si può pensare che strofini la palla sulla superficie del green per approfittare di conoscerne la durezza, la consistenza dell’erba, e il verso in cui è rivolta. In questo caso il giocatore andrebbe penalizzato, ma se l’obiettivo non è questo, la proibizione non c’è. E’ comunque buona cosa che il giocatore si porti fuori del green, a evitare malintesi e dubbi sulle reali intenzioni.
Non hai bisogno di vedere l'intera scalinata, comincia semplicemente a salire il primo gradino... Martin Luther King