TREVISO - Torniamo assieme a Paolo Pilla a parlare di campi da golf. Questa settimana restiamo in veneto e saliamo di qualche metro per andare al Golf Club Asiago.
E’ questo un Campo, tra quelli di montagna, considerato tra i più belli d’Europa. Situato in posizione tranquilla e suggestiva, è affascinante e da sfida. La sua storia è recente: si cominciò a giocare nel 1967 su nove buche progettate dallo studio inglese Harris & Cotton; nel ‘90 ne fu affidata la trasformazione in diciotto buche a Peter Harradine, architetto di grande esperienza nel disegno dei Campi di montagna. Harradine ottenne un percorso che non risente di grandi dislivelli, così permette il gioco con i piedi in piano, cosa rara in un Campo di montagna. Da allora la popolarità del Club è andata via via aumentando, tanto che oggi può contare su molti soci, e permettersi di ospitare competizioni di rilievo internazionale. Alla presidenza, la signora Irene Gemmo, figlia di Franco che ne determinò la svolta nel 2009, e a cui succedette nel 2010. Con geniale determinazione intende portare il Club alle più alte vette europee, sapientemente coadiuvata dalla tanta esperienza del direttore Sergio Vellar.
Per inciso, Edoardo Molinari ne è il testimonial, è ambasciatore del Golf Asiago nel mondo.Rocce, torrenti, boschi maestosi, prati verdi, caratterizzano la varietà del percorso. Par 71 di 6.000 metri dai gialli, e di oltre 5.300 dai rossi. Di recente ha ospitato l’Asiago Open, tappa dell’Alps Tour 2014, che ha visto il trionfo azzurro di Nino Bertasio. Il 16 e 17 giugno si giocherà la Pro Am Asiago Invitational, la più ricca della stagione, a cui parteciperanno professionisti da tutta Europa.
La bellezza paesaggistica delle buche non deve farci distrarre. La 12, la "Panoramica”, fa percorrere i 500 metri con una splendida vista, ma serve la precisione lungo tutto il tratto, e in particolare nell’approccio con il green, difeso da un ampio bunker. E’ d’obbligo godere del panorama, ma con un occhio alla strategia. Come alla lunghissima 5, la “Meltar”, un Par 5 di 565 metri, o ancor più la 11, la “Rosta”, con le rocce incombenti e il torrente da superare di getto. Sempre attenzione è da porre ai green: sono belli, ma con pendenze di non facile lettura.
Una club house completamente rivisitata con l’utilizzo di legni e di roccia del posto, evidenzia la cura dei dettagli, e l’attenzione a fornire eccellenti servizi d’accoglienza. Sauna, bagno turco, vasche d’acqua rigeneranti che si affacciano sul bosco, e un Resort con 18 suites. E’ anche presente una piccola aerostazione turistica, comodo approdo per voli privati. Possibilità di acquistare gustosi pacchetti Fly & Play.
In questa terra ricca di tradizioni, la cucina propone un’alimentazione sana, di prodotti autoctoni: la polenta, i funghi, le patate di Rotzo, il broccolo fiolaro, la cacciagione, i tanti tipi di formaggio (la tosela), prodotto nelle oltre cento malghe dell’alpeggio più importante dell’intero arco alpino. Tutto rigorosamente del posto.L’Altopiano dei Sette Comuni, “HòogeVüüronge dar SibanKomàüne” nell’antico cimbro di derivazione germanica, situato tra i fiumi Brenta e Astico, è il più grande pianoro d’Europa in quota, con importanti varietà di ecosistemi, e panorami di rara bellezza. Acrocoro da corrugamento, arricchito da boschi di abeti, faggi e larici, con cime innevate di 2300 metri. Sono presenti caprioli, cervi, camosci, volpi, marmotte, perfino l’ermellino, e l’aquila reale; si possono ammirare le stelle alpine, i narcisi, i rododendri e il giglio martagone, pianta a protezione assoluta.
I primi insediamenti umani risalgono al paleolitico, mentre gli stanziali si rifanno all'epoca preromana. La lingua e le tradizioni sono riconducibili ai Goti e ai Longobardi. L’ampia zona è ancor oggi in parte abitata da una minoranza etnica che si esprime nell’antica lingua cimbra.Territorio già anticamente diviso in sette circoscrizioni organizzate in stato autonomo, era la Svizzera del Veneto. Anche ai tempi della Serenissima esse godevano di una propria libera federazione, la ”Spettabile Reggenza dei Sette Comuni”, regolate da un’antica legge corporativa fondata nel 1310, per difendere il territorio e avere la più ampia autonomia. Questo, fino all’avvento di Napoleone quando, assieme al Veneto, l’Altopiano fu annesso al Regno d'Italia. E’ noto poi che tutta la zona è stata interessata dagli eventi delle prima guerra mondiale, su cui sono state scritte toccanti pagine di storia.
Caratteristica dell’Altipiano è che solo il 10% del territorio è proprietà privata. Il rimanente non è neanche pubblico, è proprietà collettiva, governata dalle “Regole”. Gli aventi diritto sono iscritti in apposita anagrafe, raggruppati per nuclei familiari; sono i capifamiglia a rappresentare il diritto per quanto attiene l’uso civico di ogni singolo membro, di fronte all'Amministrazione Comunale.
La spiritualità, l’amenità, la poesia dell’Altopiano, han fatto convergere il soggiorno di giganti della cultura: Andrea Zanzotto dalla poesia immortale; Ermanno Olmi regista, scenografo, produttore, con un occhio di simpatia verso il Golf; lo scrittore cimbro Mario Rigoni Stern (il sergente nella neve), discendente dell'ultimo cancelliere della Federazione dei Sette Comuni.
Chi affrontasse una competizione al Golf Asiago, o che meglio ancora ci trascorresse un Week End, oltre ad aver a disposizione un bel Campo in cui giocare, si troverebbe al centro di tutte queste bellezze, di questa storia. (Paolo Pilla)
“Domando tante volte alla gente: avete mai assistito a un'alba sulle montagne? Salire la montagna quando è ancora buio e aspettare il sorgere del sole. È uno spettacolo che nessun altro mezzo creato dall'uomo vi può dare, questo spettacolo della natura”.
Mario Rigoni Stern